Il dolore
Il dolore rappresenta per l’organismo un potente mezzo di difesa da potenziali minacce, ma diventa un nemico implacabile quando si manifesta come sintomo di una malattia cronica e inguaribile.
Possiamo descrivere il dolore come composto da
- una parte percettiva (la nocicezione) che permette la ricezione ed il trasporto al sistema nervoso centrale degli stimoli che indicano una potenziale lesione per l’organismo
- una parte esperienziale (quindi del tutto personale, la vera e propria esperienza del dolore) che è lo stato psichico collegato alla percezione di una sensazione spiacevole.
Con la Legge 38/2010 il dolore viene identificato come quinto parametro vitale, da rilevare e monitorare nel tempo. Il dolore è fisiologico, un sintomo vitale/esistenziale, un sistema di difesa, quando rappresenta un segnale d’allarme per una lesione tissutale, essenziale per evitare un danno. Diventa patologico quando si automantiene, perdendo il significato iniziale e diventando a sua volta una malattia (sindrome dolorosa).
Epidemiologia del dolore
In Italia il dolore cronico affligge 1 cittadino su 4 (circa 15 milioni di italiani), per un periodo medio di 7,7 anni (1/5 circa dei pazienti soffre di dolore per oltre 20 anni). Il problema non affligge solo i pazienti affetti da patologie oncologiche, ma anzi è particolarmente sentito nei pazienti affetti da patologie croniche quali artriti, artrosi, fibromialgia, ecc.
Tipi di dolore
Dal punto di vista della durata temporale, il dolore è classificabile come:
- transitorio: scompare con la cessazione dello stimolo nocicettivo, non vi è danno dei tessuti
- acuto: di breve durata, causato da una causa esterna o interna evidente; si ha, in genere, un danno dei tessuti; scompare con la riparazione del danno
- recidivo (es. nelle in cefalgie)
- persistente: legato alla persistenza dello stimolo nocicettivo
- cronico: produce profonde modificazioni della personalità e dello stile di vita della persona. Il dolore cronico presente nelle malattie degenerative, neurologiche, oncologiche, specie nelle fasi avanzate e terminali di malat- tia, assume caratteristiche di “dolore globale”, legato a motivazioni fisiche, psicologiche e sociali.
L’esperienza del dolore
L’esperienza del dolore è determinata da fattori affettivi, socio-culturali e dalle esperienze passate. Il dolore può essere utile e non utile; diventa utile quando rappresenta un campanello d’allarme e ci fa capire che siamo di fronte a un potenziale problema per il nostro organismo. Tutti i dolori che non hanno questo obiettivo sono inutili e devono essere trattati sistematicamente. Il fatto che sia una esperienza personale implica un valore soggettivo che non è facilmente quantificabile. In altre parole è assai difficile misurare e valutare un dolore nella sua completezza.
Dolore e qualità di vita
Il dolore condiziona in maniera negativa la capacità di condurre una vita normale, determina infatti:
- difficoltà a svolgere le attività di tutti i giorni, come i lavori domestici o le
- occupazioni familiari e ricreative
- diminuzione della capacità lavorativa
- alterazione dei rapporti familiari e sociali
- alterazione della qualità del sonno e delle relazioni sessuali
- alterazione dello stato emotivo (senso di isolamento e solitudine, ansia, depressione, insofferenza ed incapacità di tollerare il dolore sperimentato)
Valutare il dolore
Ogni individuo reagisce in maniera personale ad un determinato stimolo doloroso, sulla base delle esperienze pregresse e di quella che viene definita la soglia del do- lore. Ogni persona è in grado di valutare, secondo il suo parametro, quanto è forte il suo dolore oggettivandolo tramite una misurazione.
Ogni individuo apprende il significato della parola dolore attraverso le esperienze correlate ad una lesione durante i primi anni di vita. Essendo un’esperienza spiacevole, alla componente somatica del dolore si accompagna anche una carica emozionale. Il dolore pertanto è sempre soggettivo ed è molto importante che il paziente impari a misurare il suo dolore e a prenderne nota in un diario giornaliero, ciò anche per valutare se la terapia antalgica impostata è efficace.
Terapia del dolore
Il dolore è un segnale di allarme che ci avverte che qualcosa non va nel nostro corpo. Il dolore deve essere misurato dagli operatori sanitari per poterlo controllare adeguatamente: questa rilevazione è un diritto del cittadino.
Il dolore è una sensazione soggettiva, influenzata da vari fattori individuali. Per tali motivi la collaborazione del malato diviene fondamentale affinché sia individuata la terapia più adeguata. Attualmente disponiamo di una vasta gamma di farmaci, dai più leggeri ai più potenti, che permettono di controllare il dolore in base alla sua intensità. Si tratta di farmaci sicuri che possono essere presi a tutte le età. Se assunti correttamente, sotto controllo medico, i derivati dell’oppio come la morfina, sono de- gli eccellenti analgesici. L’assunzione di questi farmaci per un dolore acuto o cronico non abbrevia la vita e non altera lo stato di coscienza.
Ci sono anche alcune tecniche che possono essere utilizzate singolarmente o come supporto ai farmaci: terapie fisiche e tecniche psicologiche che procurano analgesia, rilassamento, controllo dei vissuti emotivi come ansia e paura.
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